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Quel tavolo sul prato, bianco

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Ricordi quel tavolo sul prato, bianco -
con quattro sedie messe lì,
come per caso.
Seduti attorno si parlava -
come si fa tra vivi
che solo appena sfiora
un vento d'ombra tra i capelli -
poi si fa Pasqua il sole
in tarda primavera.
Un'aria colma di troppa luce
abbaglia -
minuscole farfalle bianche
inseguono la scia scomparendo.
Ognuno si rispecchia
in un riverbero - sperando.
Perché è tutto prato intorno
e allacciano le braccia in cerchio amico
gli alberi
con mani verdi che rinascono
dal ciclo buio della terra
dove poi si ricongiungono.
Ma siamo in un mandala d'erba
dove non ha soffiato ancora il vento -
dove l'istante è fermo -
pigmenti d'infinito sotto un cielo
chiaro -
il sole in alto lo sigilla.
Ogni parola detta non ritorna - sosta
dove il giardino è appartenenza muta
ai fiori
che aspettano la sera respirando
verso l'alba -
poi curvi su se stessi si addormentano.

 Loredana Savelli - 15/11/2013 06:49:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Bellissima, mi era sfuggita.

 Emilio Capaccio - 15/11/2013 00:27:00 [ leggi altri commenti di Emilio Capaccio » ]

" Seduti attorno si parlava -
come si fa tra vivi..."

Adunque, vorrei con te scusarmi per questo inopportuno ritardo.

Credo che questa sia una delle tue più rappresentative poesie e ti prego di credermi altrimenti avrei semplicemente potuto dire: "bella"!...no, invece no! Non è bella! E’ molto di più e questi versi che ho evidenziato mi hanno davvero estasiato.
Per una mia congenita malformazione dei sensi adoro questo tipo di poesia, in luogo di poesie astratte o metafisiche, che a parer mio (ma è solo un mio personalissimo parere, s’intende!)mi sembrano sciape e incomprensibili.
Qui io invece detergo il palato nel sapore della Vita, quella vera, nell’autenticità dell’autrice, nella trasparenza dei propri sentimenti e delle proprie emozioni, rappresentate con una scrittura magnifica...e mi estasio!

Ciao.

 Lorenzo Mullon - 14/11/2013 09:57:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

Siamo un po’ vivi, siamo un po’ morti, sempre seduti al tavolo bianco dell’eterno ritorno

 Alessandra Ponticelli Conti - 11/11/2013 20:55:00 [ leggi altri commenti di Alessandra Ponticelli Conti » ]

Nella leggerezza e musicalità che caratterizzano questo testo, a mio parere, splendido, se da un lato si percepisce la gioia che scaturisce da un ricordo lontano di pace e tranquillità familiare, dall’altro è forte il senso di smarrimento che lo pervade. Di colpo "l’incantesimo" sembra frantumarsi: "Ma siamo in una mandala d’erba/ dove non ha soffiato ancora il vento." Un vento, del quale il lettore avverte silenziosamente la forza, e che tramuta, in un batter d’occhio, la felicità ritrovata in rimpianto e sofferenza: "ogni parola detta non ritorna" e "sosta".
Una poesia bellissima, Cristina.
Un abbraccio
Alessandra

  Cristina Bizzarri - 11/11/2013 17:53:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Sí Amina, eravamo giovani attorno a quel tavolo nel giardino di un hotel a Castel San Pietro Terme: c’erano anche i miei genitori. C’era una bella luce di primavera e sembrava non poter mai finire.
Un bacio.

 amina - 11/11/2013 16:03:00 [ leggi altri commenti di amina » ]

ecco ritornano i ricordi..loro sì
ora ricordo di aver dimenticato di salutarti: Ciao Cristina!

 amina - 11/11/2013 15:27:00 [ leggi altri commenti di amina » ]

ho immaginato attorno a quel tavolo segreti e progetti di giovani amici e amiche al centro di una mandala verde a formare qualcosa che ancora non esiste, che li riguarda, che li contiene fantastici in piena luce, fermi- solo le farfalle seguono la scia nella loro breve corsa; ogni parola detta non ritorna, i segreti sono rimasti segreti,
eppure immagino tutto l’entusiasmo tra quelle parole dette prima che venisse il sonno della sera, e quante Altre in un altro giorno ancora a quello stesso tavolo, come per caso...ricordi

Forse ho male interpretato, portandomi la Tua poesia a ricordare di quanto si fantasticava quando ci sfiorava appena un vento d’ombra tra i capelli e ...

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