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al testo di cristina bizzarri
Quel tavolo sul prato, bianco
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Ricordi quel tavolo sul prato, bianco - con quattro sedie messe lì, come per caso. Seduti attorno si parlava - come si fa tra vivi che solo appena sfiora un vento d'ombra tra i capelli - poi si fa Pasqua il sole in tarda primavera. Un'aria colma di troppa luce abbaglia - minuscole farfalle bianche inseguono la scia scomparendo. Ognuno si rispecchia in un riverbero - sperando. Perché è tutto prato intorno e allacciano le braccia in cerchio amico gli alberi con mani verdi che rinascono dal ciclo buio della terra dove poi si ricongiungono. Ma siamo in un mandala d'erba dove non ha soffiato ancora il vento - dove l'istante è fermo - pigmenti d'infinito sotto un cielo chiaro - il sole in alto lo sigilla. Ogni parola detta non ritorna - sosta dove il giardino è appartenenza muta ai fiori che aspettano la sera respirando verso l'alba - poi curvi su se stessi si addormentano.
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Loredana Savelli
- 15/11/2013 06:49:00
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Bellissima, mi era sfuggita.
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Emilio Capaccio
- 15/11/2013 00:27:00
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" Seduti attorno si parlava - come si fa tra vivi..."
Adunque, vorrei con te scusarmi per questo inopportuno ritardo.
Credo che questa sia una delle tue più rappresentative poesie e ti prego di credermi altrimenti avrei semplicemente potuto dire: "bella"!...no, invece no! Non è bella! E molto di più e questi versi che ho evidenziato mi hanno davvero estasiato. Per una mia congenita malformazione dei sensi adoro questo tipo di poesia, in luogo di poesie astratte o metafisiche, che a parer mio (ma è solo un mio personalissimo parere, sintende!)mi sembrano sciape e incomprensibili. Qui io invece detergo il palato nel sapore della Vita, quella vera, nellautenticità dellautrice, nella trasparenza dei propri sentimenti e delle proprie emozioni, rappresentate con una scrittura magnifica...e mi estasio!
Ciao.
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Lorenzo Mullon
- 14/11/2013 09:57:00
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Siamo un po vivi, siamo un po morti, sempre seduti al tavolo bianco delleterno ritorno
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Alessandra Ponticelli Conti
- 11/11/2013 20:55:00
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Nella leggerezza e musicalità che caratterizzano questo testo, a mio parere, splendido, se da un lato si percepisce la gioia che scaturisce da un ricordo lontano di pace e tranquillità familiare, dallaltro è forte il senso di smarrimento che lo pervade. Di colpo "lincantesimo" sembra frantumarsi: "Ma siamo in una mandala derba/ dove non ha soffiato ancora il vento." Un vento, del quale il lettore avverte silenziosamente la forza, e che tramuta, in un batter docchio, la felicità ritrovata in rimpianto e sofferenza: "ogni parola detta non ritorna" e "sosta". Una poesia bellissima, Cristina. Un abbraccio Alessandra
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Cristina Bizzarri
- 11/11/2013 17:53:00
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Sí Amina, eravamo giovani attorno a quel tavolo nel giardino di un hotel a Castel San Pietro Terme: cerano anche i miei genitori. Cera una bella luce di primavera e sembrava non poter mai finire. Un bacio.
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amina
- 11/11/2013 16:03:00
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ecco ritornano i ricordi..loro sì ora ricordo di aver dimenticato di salutarti: Ciao Cristina!
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amina
- 11/11/2013 15:27:00
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ho immaginato attorno a quel tavolo segreti e progetti di giovani amici e amiche al centro di una mandala verde a formare qualcosa che ancora non esiste, che li riguarda, che li contiene fantastici in piena luce, fermi- solo le farfalle seguono la scia nella loro breve corsa; ogni parola detta non ritorna, i segreti sono rimasti segreti, eppure immagino tutto lentusiasmo tra quelle parole dette prima che venisse il sonno della sera, e quante Altre in un altro giorno ancora a quello stesso tavolo, come per caso...ricordi
Forse ho male interpretato, portandomi la Tua poesia a ricordare di quanto si fantasticava quando ci sfiorava appena un vento dombra tra i capelli e ...
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